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Se tutti sanno che Luigi XVI, schivando per un pelo la ghigliottina, fu condannato dalla Convenzione all'esilio perpetuo, meno note sono invece le difficoltà incontrate al tempo per trovare al sovrano decaduto una terra d'esilio disposta a dargli asilo, e ignoriamo quasi tutto delle ragioni che spinsero la Svizzera ad accogliere Luigi Capeto e a confinarlo a Saint-Saphorien, piccola borgata sulle rive del lago Lemano, in un territorio allora appartenente ai balivi di Berna. Basato su numerosi archivi inediti, da leggersi come un vero e proprio libro di storie e scritto con un tono che seppur leggero non è privo di serietà, questo romanzo ci svela dunque l'accoglienza tiepidina che l'ex monarca ricevette al suo arrivo nella regione di Vaud, gli ospiti inattesi che gli fecero visita, le diverse peripezie tragicomiche che, dall'ottobre 1795 al gennaio 1798, segnarono il suo soggiorno forzato nella regione e la fine logica che qui trovò.